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Pillole per rimanere aggiornati

Il mondo dal 2008 ha subito in modo irreversibile dei cambiamenti.
La maggior parte delle persone, le notizie diramate dagli organi di stampa, parlano di “ripresa”, di “uscire dalla crisi” e via dicendo senza però evidenziare il fatto che non si tratta di resistere a una delle tante crisi avvenute negli ultimi vent’anni e senza evidenziare che questa volta è successo qualcosa di profondamente diverso.
Pertanto non si tratta di resistere aspettando una ripresa che stenta ad arrivare, si tratta, piuttosto, di diventare consapevoli del fatto che occorre un nuovo modo di fare impresa, un nuovo modo di intendere i rapporti di lavoro, un nuovo modo di stare sul mercato per competere.

Attualmente lo scenario è in rapida evoluzione; basta, in effetti, considerare alcuni aspetti:

    • E’ in corso lo spostamento del cosiddetto baricentro mondiale della ricchezza e della capacità produttiva dal “vecchio mondo” verso i paesi emergenti, i cosiddetti Paesi BRICS. In altre parole è in corso un processo di delocalizzazione.
    • Si assiste ad un grande aumento della povertà e delle diseguaglianze in Occidente.
    • E’ iniziata la “guerra mondiale del lavoro”: 7 miliardi gli abitanti del pianeta, 5 miliardi hanno più di 15 anni e 3 miliardi lavorano o vorrebbero lavorare. Il problema è che i posti di lavoro, oggi, sono 1,2 miliardi e quindi c’è una voragine di 1,8 miliardi di posti di lavoro.
    • L’inarrestabile apertura dei mercati mondiali e la diffusione di Internet ha trasformato profondamente le logiche produttive, distributive, commerciali e relazionali del nostro sistema economico. Si tratta di una vera e propria rivoluzione industriale caratterizzata dalla digitalizzazione del’informazione e dalla globalizzazione dei mercati.
    • L’economia attuale non è più basata sulle merci ma sui servizi, prodotti ad alto contenuto di intangibilità ed immaterialità, che per loro natura vengono percepiti in modo estremamente soggettivo da parte dei clienti.


Come affrontare questi scenari?
Le aziende più avvedute, dinamiche e innovative si sono accorte che la vera risorsa da valorizzare sono le persone e di conseguenza le idee che quest’ultime sono in grado di produrre. Le persone non si esprimono al meglio e non fanno la differenza se ottengono una semplice retribuzione in cambio del loro lavoro: le persone, invece, danno il massimo quando entrano in campo altri fattori come motivazione, creazione, sfida, identità, orgoglio, senso di appartenenza.

Il mondo è cambiato: non va più bene la strategia di prima. Un passaggio fondamentale di questa nuova strategia dell’essere diversi è il progetto di fare rete: cercare nuovi network sinergici con il Vostro settore per sviluppare nuove relazioni e nuove possibilità di crescita, prestare reale attenzione ai bisogni dei propri clienti e investire sul marketing.

E’ sulla base di tale convinzione che è stato pensato questo incontro e cioè mettere in rete i clienti dello Studio.

Ma perché fare rete?
Perché oggi in Italia, al mettersi in rete con altre imprese, non ci sono altre opportunità, e il FARE RETE si presenta concretamente sempre di più come l’unica possibile decisione per sconfiggere la crisi e ripartire, magari, perché no, ancora meglio di prima, ancora più forti di quello che noi stessi pensavamo di essere.
Nel mercato di oggi, e  probabilmente ancora di più in quello di domani, il successo sarà nelle mani di chi lavorerà sui fattori intangibili, sui valori, sulle persone.
In passato era sufficiente avere un ottimo prodotto per essere competitivi, ma quando la qualità dei prodotti ha cominciato a livellarsi, si è reso necessario avere anche un’ottima qualità del servizio.
Oggi ottimo prodotto e ottimo servizio sono dati per scontati, non bastano più per essere competitivi, per essere diversi: oggi per avere successo, oltre ad un ottimo prodotto e servizio, servono un ottimo marketing e ottime persone!

Infine, non bisogna concentrasi troppo sulla valutazione delle capacità produttive. Oggi trovare chi produce è la cosa più semplice. La cosa più difficile è vendere.
Ma a questo punto focalizziamo la nostra attenzione su cosa è il Marketing.
Si è fatto un uso ma soprattutto un abuso di tale parola che ha portato la gente a considerarla una materia e/o professione fatta da imbonitori e millantatori.
La maggior parte degli imprenditori  ignora totalmente il marketing nell’espletare la propria attività, salvo ricordarsene quando gli affari vanno male con la speranza che una “miracolosa azione di marketing” possa far passare il dolore in giornata, quasi come se fosse una medicina.
Ma occorre tenere a mente che il marketing assomiglia di più ,invece, ad una cura naturale che a un medicinale in quanto previene il mal di fatturato prima che questo possa manifestarsi.

Tutti gli imprenditori ogni giorno prendono decisioni di marketing senza rendersene conto:

    • fare o no uno sconto al cliente?
    • Come impostare il sito internet? E i suoi profili sui social network?
    • Come, dove e quando farsi pubblicità?
    • Cosa esporre in vetrina?
    • Come trovare nuovi clienti? Come fidelizzare i clienti attuali?
    • E via dicendo


Ma in definitiva cosa è il Marketing? A cosa serve?
Il Marketing dovrebbe aiutare unicamente a vendere di più, più spesso e con più guadagno
Serve l’UOMO, la relazione umana: è questo il vero valore aggiunto cha fa la differenza; servono BELLE PERSONE che si interessino sinceramente al cliente.
Alla persona non interesserà più sentirsi proporre prodotti, non basterà più. Le persone vogliono anima e cuore oltre al prodotto.

Le persone vogliono relazioni vere prima che prodotti. Vincerà chi saprà darle.


Grazie per l’ascolto e l’attenzione.

Lì 12 ottobre 2015